Si conferma, per il 2018, uno scenario di crescita economica globale sostenuta e un basso livello di inflazione. Ad affermerlo è Daniel Morris, Global investment strategist di BNP Paribas Asset Management.
A livello geografico, negli Usa "la curva dei rendimenti si sta appiattendo, il che significa che è imminente un aumento dell'inflazione. Inoltre il dato è indicativo di una possibile recessione che, però, dovrebbe materializzarsi tra 2/3 anni", ha sottolineato Morris. "Per il prossimo anno, gli economisti prevedono un rialzo del Pil degli Usa del 2,4% ma, probabilmente, tale valore sarà maggiore per effetto della riforma fiscale voluta da Trump e oggi in dirittura d'arrivo", ha detto Morris, precisando che negli Usa l'inflazione sta tornando alla normalità, "eppure i salari non stanno aumentando, nonostante il basso livello di disoccupazione, e questo a causa della produttività che ancora non sta crescendo come in passato".
Sul fronte europeo, l'attuale crescita economica è buona e tale dovrebbe confermarsi anche nel 2018. "Il consensus stima un aumento del Pil dell'Eurozona del 2% per il prossimo anno", ha affermato Morris, aggiungendo che "non sono previste grandi novità per il 2018 nel Vecchio Continente: la Bce ha già detto che non aumenterà i tassi e che il Qe proseguirà fino a settembre. Potrebbe esserci un rischio elezioni in Italia, ma non lo vediamo così pericoloso come in passato. Mentre è più concreto il rischio di un rafforzamento dell'euro, con possibili impatti negativi sulla crescita".
Infine, l'esperto di BNP Paribas Am prevede un ulteriore rafforzamento delle valute dei Paesi emergenti nei confronti del dollaro. "Gli emerging market dovrebbero proseguire nello scenario di crescita degli ultimi mesi, anche se lontano dai picchi pre crisi e anche se molto dipenderà dall'andamento della Cina". A Pechino il clima è più favorevole che in passato alle riforme e al raggiungimento dell'obiettivo di far crescere la domanda interna, quindi il Pil dovrebbe aumentare del 6/6,5% nel 2018: "Un valore più basso che in passato ma, di certo, sarà una crescita di maggior qualità", ha sostenuto Morris.
In tale quadro macro economico globale, per Morris, "il clima di risk on favorisce l'azionario nonostante la bassa volatilità che preoccupa molti osservatori: per noi la volatilità aumenterà, ma non prevediamo un sell off drammatico nell'immediato". Dall'altro lato, "anche se le valutazioni possono sembrare elevate all'apparenza, in realtà vi sono ancora margini di crescita per i profitti aziendali e quindi riteniamo l'investimento azionario ricco di opportunità", ha affermato Morris, invitando a preferire i titoli tecnologici negli Usa e tutti gli altri settori in Europa, con un occhio di riguardo per i mercati emergenti, la cui ripresa è solo appena iniziata. Per quanto riguarda l'ambito obbligazionario, infine, lo strategist di BNP Paribs Am afferma di preferire il segmento investment grade rispetto ai government bond e, tra quest'ultimi, i Titoli americani rispetto ai Bund europei. Oggi, inoltre, Morris esprime ottimismo per gli spread dei government bond decennali dei Paesi europei periferici (quali Italia, Portogallo e Spagna) e per il debito dei Paesi emergenti.