Nel 2016, il 28% dei fondi attivi in Europa ha sovraperformato i rispettivi benchmark, segnando un calo rispetto al 47% del 2015. Se, invece, si guardano le performance a 10 anni, solo il 19% dei gestori attivi ha battuto il benchmark. Questi dati sono contenuti nella relazione annuale dal titolo "Blending active and passive funds", condotta da Lyxor Am, che confronta le performance dei fondi attivi domiciliati nel Vecchio continente con quelle dei rispettivi benchmark. Lo studio analizza le performance di 3.871 fondi attivi domiciliati in Europa che rappresentano masse in gestione pari a 1.300 miliardi di euro, e li compara con i relativi benchmark su un arco temporale di 10 anni. Lo scorso anno, le performance migliori sono state registrate nei settori delle small cap e delle obbligazioni societarie francesi ed europee. "Questi risultati sono in linea con le medie di lungo periodo, dove la quota più alta di fondi attivi che supera il benchmark si trova nei mercati meno efficienti come quelli delle azioni small cap, dei Paesi emergenti o del credito", ha spiegato Marlene Hassine Konqui, Head of ETF Research di Lyxor. "I gestori attivi che sono riusciti a battere il benchmark sono quelli che presentano una sovraesposizione ai fattori con le migliori performance". Nel 2016, ad esempio, gli active manager di fondi azionari statunitensi che hanno sovraponderato il fattore value sono riusciti a superare il benchmark. Nel dettaglio, il quadro dei fattori di rischio azionario di Lyxor contempla cinque fattori: dimensione, valore, qualità, basso beta e momentum. Lo studio della casa francese sottolinea l'importanza per gli investitori di disporre di uno strumento che, in qualsiasi contesto di mercato, analizzi in modo dettagliato i fattori di rischio, che si confermano essenziali per la generazione di performance.
Un nuovo modello quantitativo per individuare i fattori più promettenti
Per aiutare gli investitori a ottimizzare la costruzione dei loro portafogli, Lyxor Etf Research ha messo a punto un modello quantitativo per consentire un'allocazione dinamica dei fattori. Il processo di selezione dei fondi di Lyxor integra questo modello nell'analisi della ponderazione dei fattori dei fondi, permettendo un approccio ottimizzato al portafoglio. L'approccio basato sui fattori risulta complementare a un approccio qualitativo più tradizionale e offre una qualità di analisi e un livello di comprensione dei fondi sempre più elevato.
Qual è il mix ideale di gestione attiva e passiva per un portafoglio?
Nell'attuale contesto, saper scegliere tra fondi a gestione attiva e fondi indicizzati a gestione passiva non è mai stato così importante. "Il driver determinante dei rendimenti a lungo termine nella costruzione di un portafoglio è l'asset allocation", ha sottolineato Hassine Konqui che poi ha continuato: "Sulla base dei risultati empirici, siamo giunti alla nostra proposta di composizione ottimale del portafoglio: 70% investito in beta di mercato e altri premi al rischio che possono essere sistematicamente colti e il restante 30% assegnato ai gestori attivi che abbiano un'autentica capacità di generare alfa". Per Daniele Spada, head of managed account platform, è importante operare con una logica di architettura aperta. "E' essenziale fare una fund selection in maniera neutra senza aver nessun tipo di bias interno", ha precisato Spada. Nella fund selecton Lyxor applica uno screening quantitativo basato sui fattori, che è estremamente utile nel fornire un quadro di riferimento per l'analisi dei fondi. "L'approccio quantitativo costituisce il primo livello del processo di selezione dei fondi", ha affermato Spada che poi precisa come "esso sia solo una parte del processo di due diligence applicato agli investimenti quando selezioniamo i fondi comuni". A ulteriore salvaguardia, Lyxor fissa dei requisiti dimensionali minimi sia per la società di gestione patrimoniale sia per il fondo. "Riteniamo che entrambi gli approcci attivo/passivo abbiano dei meriti. La gestione attiva dovrebbe essere considerata complementare all'approccio indicizzato, non in conflitto con esso", ha concluso Spada. Per la società di gestione transalpina, la gestione attiva e quella passiva spesso condividono una comune impostazione quantitativa, soprattutto nell'ambito dell'investimento fattoriale.