Si è tenuto il 17 maggio 2016, presso l’Hotel Principe di Savoia a Milano il consueto Investor Forum annuale organizzato da Ceresio Group, in cui hanno preso parte alcuni tra i più famosi gestori di hedge fund, che hanno commentato la situazione attuale sui principali mercati finanziari.
Secondo Andrew E. Law, di Caxton Associates, sono “due i fattori per cui non si crede molto alla reflazione sui mercati globali: il rallentamento dei mercati emergenti e l’andamento negativo del prezzo delle commodity. Il primo trimestre del 2016 è stato caratterizzato da una scarsa crescita a livello globale, ma la disinflazione, tuttavia, non ha ancora preso piede e non c’è certezza che ciò accadrà. I salari negli Usa sono cresciuti del 2,5% annuo, seguendo un trend positivo e questo è in linea con gli obiettivi della Fed”. Law, in riferimento alla Cina e alle problematiche legate al credito, ha sottolineato anche come ci si focalizzi “solamente sulla velocità con cui si è accumulato debito in Cina, ma in termini aggregati il livello è circa uguale a quello degli Stati Uniti del 2007, mentre il Giappone, attualmente, ha un livello di debito aggregato superiore”. Riguardo alle politiche monetarie messe in atto dalle Banche Centrali dei più importanti Paesi, è intervenuto Crispin Odey di Odey Asset Management, evidenziando come inizialmente i policy maker “pensavano di abbassare i livelli dei tassi di interesse e di mantenerli tali per un breve periodo di tempo. Il problema si ha perché i tassi a livello zero creano un contesto particolarmente ostile per il sistema bancario, riducendone i margini di profitto. Senza quest’ultimo in buono stato di salute e, di conseguenza, senza credito si rimane intrappolati in una spirale deflattiva. Il mercato è diventato sempre più ribassista e si ha paura perché le Banche Centrali non hanno controllo sull’economia reale”. Odey ha, inoltre, posto l’accento sul preoccupante aumento del credito al consumo negli Stati Uniti nell’ultimo anno per taluni settori, che ha raggiunto il 240% del prodotto interno lordo, trainato dal settore automobilistico e da quello delle carte di credito.
Uno dei maggiori timori degli investitori ormai da parecchi mesi è rappresentato dalla crisi cinese e Xin Yi di Ariose Capital Management ha spiegato che “negli ultimi anni, dopo la crisi finanziaria, il credito è aumentato, spinto dai pacchetti di stimolo che il Governo cinese ha messo in atto preoccupato dall’hard landing. Gli investitori occidentali, ma anche quelli asiatici, sono preoccupati dagli alti livelli di credito, cresciuto a un tasso annuo del 15%, superiore a quello del Pil pari al 7%. E’ improbabile che si verifichi un hard landing nel breve periodo, dal momento che la maggior parte del debito è detenuta da famiglie locali, mentre la questione del credito continuerà per un lungo periodo”. Yi ha indicato anche alcune opportunità di investimento nel colosso asiatico, nel settore della sanità verso quelle società di maggiori dimensioni che investono in ricerca e innovazione, dal momento che la popolazione cinese sta invecchiando, la domanda nel settore dell’healthcare sarà molto elevata e il Governo investe solamente il 5% del Pil in questo campo. Un'altra opportunità è rappresentata dal settore dell’istruzione, interessato da una crescita rapida e dove si è poco sensibili ai prezzi, perché disposti a pagare per migliorare l’istruzione. Secondo Aaron Cowen di Suvretta Capital Management, invece, le migliori opportunità da sfruttare riguardano internet, considerato “una tendenza secolare molto potente, dove è possibile guadagnare in contesti di mercato incerti” e porta ad esempio il titolo Adobe Systems, che sarà favorito dalla crescita della pubblicità digitale. Riguardo alla possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, Cowen aggiunge che se dovesse accadere “le implicazioni saranno molto negative, perché ai mercati giungerà il segnale che una disgregazione dell’Ue sia possibile”. Sheldon Kasowitz di Indus Capital Partners, invece, ha acceso i riflettori sul Giappone, affermando che, nonostante la situazione sia delicata, “ci sono ancora opportunità da ricercare, poiché la politica di tassi di interesse negativi ha bisogno di tempo per avere un impatto importante, ci sono ancora opzioni politiche da mettere in campo e ci potrebbe essere un indebolimento dello Yen rispetto al dollaro; inoltre, l’economia domestica è ancora robusta ed è pericoloso pensare di andare short su questo mercato”. Anche l’India rientra tra quei Paesi che possono offrire numerose opportunità secondo Zaheer Sitabkhan di Tree Line Group: “Il Governo ha speso moltissimo per combattere la corruzione, ha tagliato gli sprechi e sta investendo in infrastrutture e tecnologia. Il sistema bancario si è rafforzato ed è più trasparente, raggiunge ora il 100% delle famiglie (59% nel 2011). Tra le società con business di elevata qualità si possono annoverare HDFC, Infosys, Sun Pharma e Godrej Consumer”.